Allarme Xylella, Legambiente chiede alla Regione un incontro
Xylella in Puglia: l’allarme cresce tra controlli, scoperte e disinformazione e Legambiente chiede un incontro urgente con le altre associazioni e con la Regione per affrontare la situazione.
Da oltre 10 anni, fanno presente, “la Puglia combatte contro il diffondersi del batterio Xylella fastidiosa sottospecie pauca, responsabile del disseccamento di milioni di ulivi. Tuttavia, negli ultimi mesi, la regione si trova sempre più sotto pressione, con notizie che alimentano preoccupazioni e timori tra agricoltori, istituzioni e cittadini”.
Tra febbraio e marzo 2024, l’Osservatorio Fitosanitario della Regione ha intensificato i controlli sugli insetti vettori, che hanno portato alla scoperta di piante positive al batterio in diverse zone: nell’agro di Triggiano sono state individuate piante infette dalla sottospecie fastidiosa, mentre a Santeramo in Colle casi di multiplex. La situazione si è fatta ancora più preoccupante con l’emergere di focolai nei territori di Capurso, Noicattaro e Bari, dove le colture più colpite sono mandorli e viti. Per quanto riguarda la vite, il batterio è collegato alla malattia di Pierce, già nota per aver causato danni devastanti in California. “La preoccupazione tra i viticoltori è alta – avverte Legambiente – considerando che si tratta di aree ad alta vocazione per la produzione di uva da tavola”.
Anche la sottospecie multiplex si sta diffondendo: oltre a Santeramo, sono coinvolti anche i territori di Altamura, Cassano delle Murge e Acquaviva delle Fonti. La pianta più colpita è il mandorlo, con effetti che finora si limitano a parziali disseccamenti fogliari. A metà aprile, un altro episodio ha destato molta preoccupazione: in agro di Minervino, è stata trovata una pianta di ulivo positiva alla sottospecie pauca, scatenando l’attenzione degli agricoltori della Bat, dove la vocazione olivicola è molto forte. “In breve tempo – spiegano gli ambientalisti – sono stati eseguiti oltre 2.000 campioni secondo il protocollo, tutti con esito negativo, escludendo al momento la presenza di altri focolai.
Tuttavia, la tensione resta alta. In un contesto di crescente preoccupazione, si assiste anche a un ritorno di movimenti negazionisti e complottisti – accusano – spesso sostenuti da alcuni esponenti politici e rappresentanti istituzionali, che diffondono disinformazione e confusione. Sono stati riesumati atti della polizia giudiziaria della Procura di Bari, contenenti ipotesi fantasiose di insabbiamenti e strategie a favore di enti, alimentando teorie del complotto prive di fondamento. Le evidenze scientifiche, invece, sono chiare: l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare ha riconosciuto ufficialmente la Xylella fastidiosa come causa della malattia. Sono in corso ingenti investimenti europei, con studi condotti da numerose università, per comprendere meglio il patogeno, sviluppare metodi di controllo e prevenzione e creare varietà di ulivo resistenti”.
“Le drammatiche testimonianze provenienti dal Salento devono rappresentare un monito: è ora di abbandonare i tentennamenti e seguire senza esitazioni le indicazioni della scienza – dichiarano Giuseppe Taneburgo, responsabile agricoltura di Legambiente Puglia e Daniela Salzedo, presidente di Legambiente Puglia – Solo così si potrà affrontare questa emergenza con decisione e responsabilità, per tutelare il patrimonio agricolo e ambientale della regione. Di concerto con le altre associazioni territoriali e con le associazioni di categoria è opportuno prevedere un incontro con il comitato tecnico-scientifico e Regione Puglia – conclude – per confrontarsi sulle azionI ad oggi messe in campo e sullo stato di fatto della Xylella in Puglia che sia il preludio di un dialogo costante e partecipato.