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IMU 2025: quando e come pagare

Probabilmente l’IMU è l’imposta più odiata dagli italiani, come dar torto. L’IMU è l’Imposta Municipale Unica istituita con Decreto Legge 201/2011 ed è stata oggetto di diverse revisioni normative nel corso del tempo.

L’IMU è stata integrata nella IUC (Imposta unica comunale), che a sua volta prese il posto dell’ICI (Imposta comunale immobili) che fu istituita con decreto del 30/12/1992 n. 504 art. 1-15.

L’IMU 2025 interessa i proprietari e coloro che vantano diritti reali di godimento (usufrutto o enfiteusi) su immobili, fabbricati, aree edificabili. Non si applica alla prima casa (purché non rientri nelle categorie catastali di lusso, ovvero A1, A8 e A9), ma grava su seconde case, negozi, uffici, capannoni, terreni e/o aree edificabili.

Chi possiede immobili deve essere ben informato sulle date fondamentali e sulle modalità di pagamento dell’imposta, suddivisa in due tranche: l’acconto e il saldo. La base imponibile si determina tenendo conto della percentuale di possesso e del periodo di detenzione durante l’anno, considerando intero il mese in cui il possesso supera i 15 giorni.

Capire e rispettare le scadenze è estremamente importante per evitare sanzioni, non è un mistero. Ma quali date sono da segnare in rosso sul calendario dell’anno appena iniziato? 

  • Acconto 16 giugno 2025 (lunedì): termine entro il quale versare una parte dell’importo totale dovuto a titolo di IMU;
  • Saldo 16 dicembre 2025 (martedì): scadenza per il pagamento della restante parte dell’imposta.

 Oltrepassate tali date si può usufruire del ravvedimento operoso, una procedura che consente di regolarizzare eventuali omissioni o errori con sanzioni ridotte rispetto a quelle previste in caso di inadempimento prolungato.

Un altro appuntamento da ricordare è il 30 giugno 2025 (lunedì), ultimo giorno per inviare la Dichiarazione IMU 2025 relativa all’anno d’imposta 2024. Un adempimento che non vincola tutti, ma necessario in particolari circostanze. La dichiarazione va presentata in caso di: 

  • immobili che hanno beneficiato di agevolazioni nel 2024 (es. comodati d’uso o locazioni a canone concordato);
  • mancanza di dati completi da parte del comune per verificare il pagamento corretto;
  • cambiamenti significativi rispetto alle dichiarazioni precedenti.

Non è necessario procedere con l’invio della dichiarazione IMU se non si ravvisano modifiche importanti rispetto agli anni passati.

Per il Calcolo IMU, abbiamo bisogno della Rendita Catastale, che si può recuperare attraverso una visura catastale o in alcuni comuni direttamente online.

Ora passiamo al calcolo vero e proprio:

  • Rendita Catastale + 5%, il risultato ottenuto va moltiplicato per un coefficiente a seconda del tipo di immobile (160 per le abitazioni e pertinenze, 140 per immobili a uso collettivo, laboratori artigianali e stabilimenti balneari, 135 per terreni, 80 per uffici, studi, banche e assicurazioni, 55 per negozi).
  • Con le operazioni appena descritte, avremo ottenuto la base imponibile alla quale va aggiunta l’aliquota, che viene stabilita dal comune di appartenenza dell’immobile.
  • Alla fine di queste operazioni, se l’immobile è adibito a prima casa appartiene alla categoria catastale A1, A8 e A9 (case di lusso come ville, castelli, case signorili, escluse le villette di categoria A7), va applicata la detrazione, che ha un valore base di 200 euro e che ogni comune ha facoltà di aumentare.

Le aliquote IMU per il 2025 saranno ridotte al 50% per tutti le case concesse in comodato d’uso a parenti di primo grado. Del 25% per gli immobili locati a canone concordato e un’esenzione totale o parziale dall’Imu 2025 per gli immobili degli enti non profit, in presenza dei requisiti richiesti dalla legge.

In attesa del 16 giugno prossimo, buona IMU a tutti i possessori di immobili.

Dott. Massimo ArganeseStudio Arganese & Partners

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