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Mobilitazione per il Centro “La casa del sorriso” che rischia la chiusura

Rischia la chiusura il Centro educativo “La casa del sorriso” di Cassano delle Murge. Ier operatori e famiglie degli ospiti hanno protestato dinanzi alla sede del Consiglio Regionale della Puglia, a Bari perché si trovi una soluzione politica al caso.

Ovvero l’utilizzo del Fondo di remunerazione assegnato alle Asl anche per le strutture convenzionate dopo il 28 febbraio. Ciò eviterebbe il collasso di strutture come il Centro cassanese, le cui famiglie, per tenere in vita le attività terapeutiche ed occupazionali, dovrebbero riconoscere un esborso pari a 55 euro per ogni paziente! Somme che famiglie che fanno sacrifici da una vita non sono in grado di permettersi.

Eppure la Cooperativa “Videca” che gestisce il Centro le carte a posto ce le ha e da tempo, tanto che non ha mai mollato la volontà di accreditarsi presso la Regione Puglia come struttura aperta al territorio, in grado di ospitare persone disabili dai 6 ai 60 anni che vengono seguite tutti i giorni, assieme alle loro famiglie (18 in tutto) e che finora si sostenevano con i buoni erogati dalla Regione, proprio in vista dell’accreditamento con la stessa.

Che è arrivato: ma con qualche giorno di “ritardo” (certamente non dovuto alla cooperativa) ovvero il 23 marzo scorso. 

La Asl Bari, dunque, non può erogare fondi alle strutture che sono state accreditate oltre il 28 febbraio, di fatto condannando le stesse alla chiusura o ad una compartecipazione delle famiglie che si è rivelata improponibile.

La vicenda è anche all’attenzione del Comune di Cassano, per quanto non di strettissima competenza, grazie ad una interrogazione da parte della Consigliera di minoranza Raffaella Casamassima.

2 pensieri riguardo “Mobilitazione per il Centro “La casa del sorriso” che rischia la chiusura

  • Giovanni Milella

    Questo è solo l’inizio dello sfascio economico regionale che vedrà sempre più famiglie dipendere dalle mense della Caritas. Vergogna!

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    • quante chiacchiere al vento. ovviamente il problema è regionale, non nazionale.

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