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Autonomia differenziata: intervista al Senatore Ignazio Zullo

Mentre prosegue la raccolta delle firme per proporre il referendum abrogativo contro la cosiddetta “Legge Calderoli” sulla autonomia differenziata delle Regioni ed il Governatore Emiliano ricorre alla Consulta, abbiamo posto alcune domande al Senatore Ignazio Zullo (Fratelli d’Italia) su questi temi.

Senatore, partiamo dalla cronaca di questi giorni: il Presidente della Giunta Regionale Pugliese, Michele Emiliano ha impugnato la “legge Calderoli” dinanzi alla Corte Costituzionale, anticipando i Governatori delle altre Regioni del Sud contrari alla autonomia differenziata. Secondo lei, ne ricaverà qualcosa?

Cosa ne ricaverà in termini giuridici non so pronosticarlo. Posso dire che non ricaverà nulla in termini di utilità per la collettività che, stanti le firme in via di raccolta, vorrebbe pronunciarsi direttamente con il referendum. Emiliano ci ha abituati a fare il primo della classe, molto spesso a vuoto, con i soldi dei pugliesi.

L’ospedale COVID in Fiera è l’esempio più emblematico ed eclatante ma il suo governo è pieno di “principellate” senza costrutto.

C’è una considerazione da aggiungere riguardo a tutto il comportamento ambiguo di Emiliano e ne elenco i passaggi:

  1. L’autonomia è introdotta in Costituzione nel 2001 dal Governo Dalema
  2. Enrico Letta, allora Premier, sdogana la possibilità per le Regioni di presentare istanze di autonomia con la Legge di Stabilità 147/2013 art. 1, comma 571
  3. Gentiloni allora Premier il 28 febbraio 2018 sigla le prime intese sull’autonomia con le Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna
  4. Emiliano sempre nel 2018 si dichiara a favore dell’autonomia e adotta la DGR 24 luglio 2018 n° 1358 avente il seguente oggetto: “Redazione di una proposta di iniziativa per la determinazione di forme e condizioni particolari di autonomia della Regione Puglia sulla base dell’art. 116, comma 3, della Costituzione. Avvio Procedimento”
  5. Nei giorni scorsi Emiliano va in Consiglio Regionale e da giurista sbaglia (sbaglia o lo fa apposta?) la Delibera di adesione della Regione Puglia al referendum. Ritorna in Consiglio Regionale per rimediare al (supposto) sbaglio ma non riesce perché in Consiglio manca la maggioranza. Ora se ne esce con il ricorso alla Corte Costituzionale.  

Mi permetta di essere io a porLe una domanda: quale credibilità ha questa gente?

L’altro fronte è quello della raccolta delle firme per indire i referendum abrogativi, una raccolta che sta andando fortissimo anche per la possibilità di firmare on-line. C’è chi lo ha definito un segnale politico significativo: il Sud non vuole quella legge. Che ne pensa?

Il referendum è la più alta forma di partecipazione democratica alla vita del nostro Paese e ben venga. Il problema è un altro: se facciamo un’indagine sulla conoscenza o la pur minima lettura della legge sull’autonomia ci renderemo conto che 99 sottoscrittori su 100 non hanno neppure letto la legge. Se il popolo del Sud analizzasse a fondo i contenuti della legge si renderebbe conto che quella legge rappresenta una grande opportunità per il Sud per superare il finanziamento delle funzioni su base storica causa dei divari nord-sud per arrivare ad un finanziamento equo per tutte le Regioni sulla base di LEP, fabbisogni e costi standard uguali per tutti i cittadini Italiani. Senza autonomia continueremo ad essere finanziati su base storica e continueremo a restare sempre più indietro rispetto al Nord.

Entriamo nel merito, della legge. Una delle contestazioni che viene fatta è relativa ai LEP: lei dice che la legge non sarà mai operativa fino a quando i LEP saranno definiti e finanziati. Da dove le deriva questa certezza?

Dalla legge. È chiaramente scritto nella legge.

Uno degli aspetti più controversi dell’autonomia è il numero enorme di competenze che saranno attribuite alle Regioni e che si aggiungono a quelle sulle quali già ora questi enti legiferano. Non si rischia di creare 20 stati quasi autonomi nei quali la Regione fa e disfa quello che magari in quella accanto agisce in verso contrario? Cioè: chi assicura la tenuta del Paese-Italia dal punto di vista legislativo?

Anche questo è frutto di disinformazione e di mancata lettura della legge. Chiariamo subito: i livelli essenziali delle prestazioni saranno uguali per tutti I cittadini italiani e per tutte le Regioni secondo i fabbisogni per tutte le Regioni e a costi uguali per tutte le Regioni. Cosa cambia: le regioni che chiedono l’autonomia amministreranno le funzioni direttamente mentre per le Regioni che non intendono avvalersi dell’autonomia continuerà lo Stato ad assicurare il LEP. Ne discende che se una Regione chiede autonomia per erogare i LEP a favore dei suoi cittadini deve poi mettere in campo con i suoi politici grande senso di responsabilità nell’utilizzo dei soldi pubblici dovendosi misurare continuamente con il giudizio dei cittadini. In ultima analisi i politici non potranno più dare la colpa allo Stato quando le cose non funzionano.

Dopo la riforma del titolo V della Costituzione alcuni servizi, come la sanità pubblica, sono stati regionalizzati. L’autonomia non c’era ancora eppure non si può certo dire che – soprattutto al Sud – la sanità vada bene e viceversa al Nord spesso funziona perché in ampi settori è di fatto privatizzata. Anche qui: vista l’esperienza, chi ci assicurerà che la storia non si ripeta con tutte le altre materie su cui le Regioni saranno chiamate a legiferare?

Dobbiamo chiederci se il buon funzionamento della Pubblica Amministrazione dipenda dal titolo V o dalle capacità, dal senso di responsabilità, dal senso del dovere del pubblico amministratore. Ritorno all’ospedale COVID in Fiera e chiedo se quei soldi potevano essere impiegati meglio. I cittadini devono chiedere ai politici di adoperarsi nell’essere rieletti perché hanno assicurato buona amministrazione e non per essere stati capaci di formare schiere di clienti portatori di voti nei mercati delle vacche.

Pino Aprile e tanti altri studiosi dei movimenti meridionalisti hanno tacciato voi parlamentari del Sud, da Fitto in giù, di “tradimento” nei confronti del Sud. Che cosa risponde a questa accusa?

Sono portatore di rispetto delle opinioni altrui anche quando non condivido. In questo caso siamo di fronte ad opinioni che non meritano rispetto, figuriamoci se meritano condivisione. Chi ha tradito il SUD va ricercato in una storia ultradecennale di sciatteria, indolenza, inefficienza, sperpero di danaro pubblico, speculazioni, e di slogan ingannevoli come quelli oggi utilizzati per scagliare contro l’autonomia cittadini ai quali non viene illustrata la legge. Autonomia si badi bene voluta in Costituzione dalla Sinistra con il Governo Dalema, sdoganata dalla Sinistra con il Governo Letta, siglata nelle prime intese dalla Sinistra con Gentiloni, agognata da Emiliano con la DGR suddetta, facente parte del Programma di Governo Conte 1 tra Movimento 5 Stelle e Lega. Le ripeto la domanda: quale credibilità ha questa gente nel dichiararsi a favore del SUD?

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