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“Giù dai tacchi”, la storia (bella e brutta) di Luisa Belletti

di Ilaria Solazzo

“Sei giovane, sei bella, la vita ti sorride. Hai piani e progetti per il futuro, hai incontrato l’amore. Tutto sembra perfetto. Insomma, un’esistenza “sui tacchi a spillo”. Poi arriva lei, la malattia, il mostro malefico che ti butta “giù dai tacchi”. E inizia il calvario. Ma stavolta il “mostro” ha fatto male i conti, ha incontrato una tipa tosta, ben decisa a non arrendersi, a non lasciare nulla di intentato. Luisa, nella sua quotidiana lotta, conta due preziosi alleati: il suo amore Riccardo e la cavalla Ciccina. E proprio il rapporto straordinario che instaura con l’animale rappresenta una delle chiavi di volta della sua nuova vita. Un’esperienza incredibile che Luisa e la sua associazione hanno voluto proporre anche agli altri, a chi vive periodi di disagio e di malattia”.

Queste le parole con cui viene presentato ufficialmente “Giù dai tacchi” scritto da Luisa Belletti per la casa editrice Bertoni.

Centoquarantasei pagine egregiamente scritte che accompagnano il lettore, una dopo l’altra, in un viaggio straordinario. L’affascinante vicenda genera un legame speciale tra i lettori e la scrittrice, che inevitabilmente, a sua insaputa diviene un nuovo membro di ogni famiglia. Luisa dona al pubblico una storia di ordinaria straordinarietà che si legge velocemente e con coinvolgimento, perlomeno per me è stato così: avevo voglia di scoprire nel dettaglio ogni ‘sfumatura’ dell’abile penna della Belletti. L’autrice, cresciuta a Longiano, un paese sulle colline alle spalle della riviera romagnola, grazie alla sua famiglia, ha potuto trascorrere l’infanzia a stretto contatto con la natura, accompagnata quotidianamente dalla presenza calda e rassicurante dei vari animali. Appassionata di arte e discipline umanistiche, negli anni ha avuto modo di approfondire costantemente i suoi studi sul piano olistico e spirituale, rafforzata in questo percorso da una forte esperienza personale. Da sempre impegnata in attività di volontariato unisce il suo amore per i cavalli al desiderio di aiutare il prossimo, sviluppando una propria filosofia e un particolare approccio, apprezzato da diverse realtà italiane del settore. Questo suo progetto editoriale, firmato Bertoni Editore, è una “esplosione” di emozioni.

Ogni singolo capitolo nutre mente e cuore, donando preziosi insegnamenti a chiunque. Va detto che il dramma di dover affrontare una malattia improvvisa è un’esperienza profondamente destabilizzante che può colpire ogni aspetto della vita di una persona. In un istante, la prospettiva del futuro può trasformarsi, dando vita a una serie di emozioni intense e spesso contrastanti. Bisogna fare i conti con il senso di shock e di incredulità di fronte alla notizia. La malattia improvvisa si abbatte come un fulmine a ciel sereno, sconvolgendo la routine quotidiana e mettendo in discussione le sicurezze precedentemente acquisite.
La paura dell’ignoto diventa un compagno costante, alimentato dalla consapevolezza che la vita, in un attimo, può prendere una piega imprevista. La malattia, ahimè, non colpisce solo il corpo, ma anche la mente e lo spirito.

La lotta contro il dolore fisico si accompagna spesso a una battaglia emotiva, con alti e bassi che possono sfidare la forza interiore. Frustrazione e rabbia possono emergere, insieme alla tristezza per la perdita di una salute che prima si dava per scontata. L’improvvisa malattia, purtroppo, non colpisce mai solo il paziente, ma anche tutti coloro che ha intorno. La famiglia e gli amici possono trovarsi impreparati e costretti a fare i conti con la vulnerabilità della vita.
L’empatia e il sostegno diventano fondamentali, ma allo stesso tempo possono emergere tensioni e preoccupazioni legate al futuro.
La ricerca di risposte diventa una parte essenziale del percorso. I medici sono guide preziose in un viaggio incerto… il percorso terapeutico può essere lungo e faticoso. Nel mezzo di questa tempesta emotiva, emergono spesso storie di resilienza straordinaria. Le persone ammalate improvvisamente si ritrovano a riscrivere il significato di forza interiore e coraggio, come è successo proprio a Luisa Belletti. La scrittrice, dovendo fare i conti con la malattia, ha trovato risorse nascoste, connessioni più profonde con gli altri e una rinnovata consapevolezza della fragilità dell’esistenza. Il dolore l’ha portata ad una riflessione più profonda sul proprio essere.

In quei frangenti, le priorità cambiano, e si apprezza la bellezza dei momenti quotidiani. Il dramma di affrontare una malattia improvvisa può, in ultima analisi, rivelarsi una lezione di vita, insegnando la gratitudine per la salute e la forza di fronte alle avversità. All’inizio del libro, l’autrice augura a chiunque di trovare in quelle pagine conforto, motivazione, fiducia e speranza, insieme alla certezza che nessuno è mai completamente solo. Un meraviglioso viaggio che guida al desiderio di bene, che allarga lo sguardo del cuore alle persone che incontriamo permettendoci di sentirne veramente l’essenza. La trama della storia narrata pare colmarsi di significati e di profondità: essere e apparire, pubblico e privato, verità e menzogna, immoralità e coscienza, egocentrismo e senso famigliare, opportunismo e senso dell’amicizia, amore e indifferenza.

L’autrice porta il lettore a riflettere sul proprio ‘io’. Insegna a pesare le cose importanti, a rivedere sotto un altro punto di vista la quotidianità nella sua unicità. Le sue parole possono spostare il cuore e la mente dei lettori, stimolare riflessioni profonde e promuovere la comprensione tra le persone. Il suo lascito letterario diventa una testimonianza indelebile del talento e della capacità di connettersi con l’umanità.

La Belletti non ha dimostrato di essere solo una brava scrittrice ma ha meritato di essere considerata un’osservatrice appassionata del mondo e una narratrice abile che ha saputo donare vita alle parole. La sua eredità si perpetua attraverso le generazioni, ispirando nuovi scrittori a coltivare il dono della scrittura con passione e dedizione.

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