Xylella: parla l’ex Generale Giuseppe Silletti
di Rossano Giustino
Nelle scorse settimane, la Sezione Osservatorio Fitosanitario del Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale ed Ambientale della Regione Puglia ha reso nota l’individuazione di diverse piante infette da “Xylella fastidiosa” in agro di Cassano, il batterio che da più di dieci anni si sta diffondendo in maniera molto aggressiva, riuscendo a decimare la vegetazione pugliese. In ragione di tale evoluzione del fenomeno, è stato possibile riscontrare il pensiero dell’ex Comandante Regionale del Corpo Forestale dello Stato, il Generale Giuseppe Silletti, uno dei massimi punti di riferimento nella lotta alla Xylella in Puglia.
Nel 2015, quando lei rivestiva la carica di Comandante Regionale del Corpo Forestale dello Stato, l’emergenza Xylella aveva già raggiunto dei livelli altamente preoccupanti in Puglia. Nel febbraio del 2015 fu nominato Commissario straordinario per l’emergenza Xylella da parte del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Considerando la sue ampie conoscenze su questo batterio, può spiegarci, brevemente, come avviene la proliferazione del batterio? E come avviene il suo transito da una singola unità arbustiva ad altri complessi di piante, generando un focolaio?
La “Xylella fastidiosa” è un patogeno batterico che, ormai da diversi anni, colpisce molte delle piante che caratterizzano il nostro territorio. La Xylella si insinua nel sistema linfatico delle piante, che è responsabile della trasmissione dei nutrienti dalle radici alle foglie. Per questo, quando i batteri colonizzano la pianta, i vasi linfatici pian piano si intasano, e portano alla sua morte. Nonostante il batterio causi la malattia vera e propria della pianta, i principali responsabili della sua proliferazione in altre specie sono dei particolari tipi di insetti, chiamati insetti vettori, i quali prelevano proprio la linfa ascendente delle piante e se ne nutrono, di fatto fungendo da vettori per la malattia. Potenzialmente tutti gli insetti che si nutrono di linfa ascendente possono costituire dei vettori del batterio, ma in Puglia l’unica specie confermata come vettore del batterio è la Philaenus spumarius, comunemente nota come sputacchina: nelle prime fasi di vita essa è in grado di muoversi esclusivamente su piante erbacee, ma la sua pericolosità aumenta in fase adulta, in cui è libera di muoversi nell’ambiente. Diverse sono le sottospecie di Xylella: la sottospecie fastidiosa, la cui presenza è stata già riscontrata nei territori rurali del comune di Triggiano, e la sottospecie multiplex, presente in agro di Santeramo in Colle e ultimamente diffuso proprio nelle campagne cassanesi, sono le due sottospecie che ad oggi maggiormente interessano i territori della provincia di Bari.
Quali sono le piante più inclini ad ospitare la Xylella?
Tante sono le piante che possono ospitare le varie sottospecie di Xylella. Considerando il territorio cassanese, e i suoi interessi agro-economici, sono a rischio diverse piante fruttifere, nello specifico la vite, l’ulivo, il ciliegio, il mandorlo e l’alloro, oltre che alcuni tipi di piante non fruttifere, come la quercia.
Piante infette possono essere salvate?
Questo batterio è molto difficile da intercettare, perché si insinua nel sistema linfatico delle diverse specie colpite: in alcuni casi, le piante ospiti possono non presentare alcun sintomo, se non quando la malattia l’ha completamente infestata. In molti altri casi, invece, la manifestazione della malattia si denota dal graduale disseccamento delle foglie, fino alla morte della pianta. Per questo, è molto difficile riuscire a salvare delle piante dall’infezione, se non attuando controlli periodici che permettano di amputare unicamente i rami infetti, preservando il resto della pianta.
In virtù dell’avvicinamento della Xylella dai territori del leccese fino alla nostra provincia, come dovrebbero adoperarsi i proprietari terrieri che coltivano piante sensibili a questo batterio, al fine di proteggerle? Si è a conoscenza di tecniche per bloccarne la diffusione?
Ad oggi non esiste un rimedio chimico contro la Xylella, ma ci sono una serie di pratiche volte al contenimento del batterio. Il monitoraggio del territorio e l’attività di controllo dei vettori meccanici e chimici rappresentano i due pilastri principali nella prevenzione della Xylella, ma è fondamentale anche l’abbattimento delle piante infette per evitare l’inoculazione del batterio in altri esemplari. Le misure fitosanitarie suggeriscono la potatura ordinaria utile a ridurre la quantità di inoculo batterico potenziale, il controllo delle erbe infestanti con lavorazioni quali l’aratura, la fresatura e la trinciatura.
Come si può agire nel momento in cui si viene a conoscenza dello sviluppo della malattia in alcune delle proprie piante? In futuro pensa si possa debellare l’epidemia da Xylella?
In questo senso è fondamentale informarsi sulla normativa vigente in materia di contrasto alla Xylella, ricordando che i contravventori, o coloro che omettono di denunciare piante infette sul proprio terreno, vanno incontro a pesanti sanzioni. L’epidemia temo non potrà mai essere completamente debellata, ma i gesti collettivi e la collaborazione tra agricoltori, cittadini ed amministrazioni pubbliche possono essere decisivi, quantomeno in vista del contenimento di questo terribile patogeno batterico.