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Malattie mitocondriali: una proposta di legge del sen. Zullo

Presentata la prima legge che delega il Governo nazionale a disciplinare la sperimentazione delle tecniche di sostituzione mitocondriale all’interno della procreazione medicalmente assistita. E’ l’inizio di un importante percorso normativo promosso da Mitocon, l’organizzazione di riferimento in Italia per le persone affette da malattie mitocondriali, che ha visto come primo firmatario il sen. Ignazio Zullo.

Le malattie mitocondriali, che sono state sotto gli occhi di tutti per la vicenda della piccola Indi Gregory, possono derivare da mutazioni del DNA nucleare, trasmesse da entrambi i genitori, definiti portatori sani o del DNA mitocondriale (mtDNA), trasmesse esclusivamente dalle madri ai figli, attraverso la cellula uovo materna, con una ricorrenza e prevedibilità estremamente variabile. Il disegno di legge in esame intende intervenire solo sulle mutazioni che riguardano il mtDNA contenuto nei mitocondri, piccoli organelli che si trovano nel citoplasma cellulare e che contengono i 37 geni protagonisti del processo che genera l’energia che serve alle cellule per vivere (fosforilazione ossidativa). Ridurre significativamente il rischio che un bambino erediti la malattia dalla mamma è lo scopo più importante di queste tecniche di fecondazione assistita, in cui i mitocondri materni “difettosi” vengono sostituiti con i mitocondri sani di una donatrice anonima.

“La proposta di legge a mia prima firma nasce dall’ascolto delle famiglie e dei pazienti e dal confronto con eminenti ricercatori impegnati nel campo delle tecniche di sostituzione di mtDNA nell’ambito di procedure di PMA”, ribadisce il senatore Zullo, membro della Commissione Affari sociali del Senato e primo firmatario del provvedimento. “E’ fortemente sentita una regolamentazione che da una parte guardi al lato etico e morale di queste procedure – continua – che non devono assolutamente interessare il DNA nucleare ovvero il genoma della persona dall’altra consentire in coppie con diagnosi di mutazione del mt DNA di accedere a queste tecniche con finalità di prevenzione. Un approccio precauzionale che non liberalizza queste tecniche ma che le accentra in un centro sperimentale individuato dal ministero della Salute”.

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