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Padre Vito Giorgio è tornato alla casa del Padre

Si è spento all’età di 84 anni, il sacerdote rogazionista cassanese Padre Vito Giorgio, “giusto del mondo” per aver salvato centinaia di persone durante la guerra del Ruanda, il paese africano dove era missionario.

 P. Vito Giorgio si è spento nell’Opera della Provvidenza di Sant’Antonio a Sarmeola (Padova) dove era ricoverato dopo l’intervento chirurgico del 5 luglio 2023 per un tumore all’intestino. Purtroppo la malattia si è propagata ad altri organi vitali del suo corpo e P. Vito in questi ultimi mesi è andato sempre più deperendo.

Vito Giorgio è nato a Cassano delle Murge il 29 maggio 1939.

Nel 1966 fu ordinato sacerdote nell’ordine dei Padri Rogazionisti, ed in seguito si laureò in Lettere classiche e filosofia nell’Università di Padova.

Dopo un periodo che lo vide impegnato in numerosi incarichi all’interno dell’Ordine dal 1967 al 1978, nel 1980 partì per il Ruanda come missionario, ricoprendo vari incarichi a Butare. Gli fu poi affidata la parrocchia della città di Mugombwa, con una popolazione di circa 70 mila abitanti. Infine fu nominato responsabile del Centro di accoglienza e formazione per minori e giovani orfani a Nyanza.

Nell’aprile del 1994, allo scoppio il genocidio, si trovava momentaneamente in Italia: decise di fare immediatamente ritorno in Ruanda, dove arrivò il 13 maggio, quindi un mese dopo l’inizio del genocidio, per sostituire padre Eros Borile all’orfanotrofio di Nyanza. La situazione di Nyanza era critica: le due fazioni contrapposte si affrontavano nelle vicinanze. Anche la scuola vicina era diventata sede di militari e teatro di numerose violenze. Appena giunto in Ruanda padre Vito Giorgio acquistò ingenti quantitativi di farina, fagioli, riso con cui sfamò gli ospiti dell’orfanotrofio. Gli aiuti della Croce Rossa sarebbero arrivati un mese dopo.

Durante tale periodo accolse presso le strutture dell’orfanotrofio più di 800 tra minori e adulti, collaborando con l’allora Console onorario d’Italia a Kigali Pierantonio Costa e adoperandosi, alla fine della guerra, per il reinserimento e il ricongiungimento familiare degli orfani.

Per resistere inventarono anche l’extraterritorialità dell’orfanotrofio, su suggerimento dello stesso console Costa. All’ingresso dell’orfanotrofio fu posta la scritta “Ambasciata d’Italia, consolato di Nyanza”, in modo da scoraggiare eventuali attacchi. Tutto questo non sarebbe bastato, perché i miliziani entravano lo stesso minacciando una strage: i bambini si salvarono grazie al pagamento di forti somme di denaro, procurate da Costa. La minaccia più grave fu quando un annuncio di Radio Mille Colline, emittente radiofonica di regime, chiamò a raccolta per un attacco al centro.

L’incubo finì il 9 giugno all’arrivo dei soldati del Fronte patriottico.

Su quella esperienza il sacerdote cassanese scrisse anche un libro intitolato “Ruanda 1994 diario di un genocidio“ (editore Il pozzo di Giacobbe), l’esperienza di una missione sacerdotale; è la sintesi di una quotidianità che padre Giorgio ha scritto con fatica per la durezza di quei giorni, per aver vissuto da vicino il senso del dolore, per aver visto vite andare via nel nome di un odio folle.

Nel 1992 padre Vito Giorgio è stato eletto al Consiglio Generale dei Rogazionisti. Tra 1998 e il 2005 è stato responsabile delle attività della Congregazione in Ruanda. Attualmente è parroco alla parrocchia “Gesù Buon Pastore” in Padova.

Nel 2011 è stato nominato “Giusto del mondo”, riconoscimento che il comune di Padova assegna annualmente a coloro i quali si sono distinti nella lotta ai genocidi. 

I funerali si celebreranno venerdì 10 novembre alle ore 10,30, nella chiesa parrocchiale “Gesù Buon Pastore” dei Rogazionisti di Padova, città in cui sarà sepolto.

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