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Sentenza annullata per Elia Caputo

Annullata per un “classico cavillo procedurale” la sentenza a 12 anni di carcere per il pluripregiudicato Elia Caputo, 51enne originario di Mottola ma residente da anni a Cassano delle Murge.

La Corte di Cassazione, seconda Sezione Penale, in accoglimento del ricorso proposto dal cassazionista Dario Vannetiello del foro di Napoli e dall’avv. Fabio Schino del foro di Bari, nonostante la richiesta di inammissibilità formulata dal Procuratore Generale, ha annullato la sentenza di condanna emessa dalla Corte di Appello di Taranto in data 26.4.2021 di anni 12 e mesi 8 di reclusione a carico di Caputo per i reati di rapina pluriaggravata, sequestro di più persone, detenzione e porto in luogo pubblico di armi da fuoco, fatti avvenuti nella notte del 17 novembre 2017 in una villa di Castellaneta.

Caputo, tra l’altro, era stato condannato in precedente per analoghi reati.

Durante la rapina si verificò anche un conflitto a fuoco con i carabinieri i quali ferirono uno dei rapinatori, Carparelli Pasquale, giudicato separatamente e definitivamente condannato ad anni 7 di reclusione.

Nel corso della Operazione “Fures”, Caputo ed i suoi sodali furono arrestati (leggi l’articolo) e si aprì la fase giudiziale della vicenda.

La decisone assunta dai giudici capitolini è decisamente rara nel panorama giudiziario atteso che è stata annullata anche la sentenza emessa in primo grado dal Gup presso il Tribunale di Taranto in data 08.10.2019.
Di conseguenza, è proprio tutto da rifare dovendo il processo iniziare di nuovo.

“La difesa del Caputo – si legge in una nota –  ha fatto breccia nei giudici capitolini per una sottile questione giuridica afferente alla violazione del diritto di difesa e al diritto al contraddittorio. In particolare, la difesa è riuscita a dimostrare la inutilizzabilità di un atto di centrale importanza: la relazione del R.I.S. dalla quale risultava che il sangue rinvenuto sugli arbusti adiacenti al luogo del delitto apparteneva del Caputo, prova principe che aveva incastrato il Caputo”.

Con la stessa decisione la Corte di Cassazione ha confermato la sentenza di condanna emessa ai danni di Perrone Salvatore, residente a Brindisi, pari ad anni 8 e mesi 8 di reclusione.

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