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“Laborjano”: deserto l’Avviso Pubblico (copia-e-incolla) per la gestione

di Giovanni Brunelli

Nessun interesse per la gestione delle ex “Officine Culturali”, ribattezzate progetto “Laborjano”, da parte di enti e associazioni: l’Avviso Pubblico emanato dal Comune di Cassano delle Murge (fra l’altro uno smaccato copia-e-incolla di un Avviso Pubblico del Comune di San Donaci, in provincia di Brindisi) è andato deserto.

Un esito prevedibilissimo, tra l’altro.

Per gestire, infatti, la struttura di piazzetta Ruffo, il Comune di Cassano poneva una serie di vincoli e richieste che avrebbero scoraggiato anche il più lungimirante dei gestori, visto che il soggetto avrebbe dovuto farsi carico di spese e di oneri e senza alcun aiuto da parte del Comune tanto che praticamente sarebbe stato impossibile far quadrare i conti.

Ogni attività prevista dal gestore di “Laborjano” avrebbe dovuto essere a pagamento: dall’utilizzo degli spazi all’accesso ai laboratori all’uso delle attrezzature nonostante tutto ciò sia stato già “pagato” dai cittadini con i fondi europei e regionali che hanno dato vita a strutture di questo genere.

“Laborjano”, infatti, come si ricorderà deriva dalle iniziative promosse e finanziate dalla Regione Puglia nell’ambito del programma regionale per le politiche giovanili “Laboratori Urbani in rete 2017”: la struttura di piazzetta Ruffo, anche se pochissimo utilizzata, è stata oggetto di adeguamento urbanistico e ambientale con investimenti economici non indifferenti.

Eppure il Comune di Cassano ha posto una serie di paletti che evidentemente sono stati ritenuti insormontabili da chi pure aveva idea di utilizzarlo per iniziative e attività che avrebbero potuto animare e riqualificare quel pezzo di centro storico cassanese.

L’Avviso Pubblico, invece, poneva in capo al possibile gestore condizioni che non sembrano affatto realizzabile neppure da una società con capitali economici alle spalle, figuriamoci da Associazioni o enti no-profit, chiamati a garantire una serie di attività che poco o nulla c’entrano con la creatività giovanile, scopo ultimo dei progetti pensati all’epoca dagli amministratori regionali tra cui il compianto Guglielmo Minervini che forse non avrebbe mai immaginato che la sua “creatura” sarebbe stato oggetto di una così forte distorsione ideale e pratica: chiedere soldi per far esplodere la creatività giovanile!

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